WOHIN – 26 settembre 2008

15 11 2008

Ecco uno stralcio della prima del “Wohin”:





WOHIN? DOVE?

15 11 2008

PROPOSTA DI ESECUZIONE DI PIECE TEATRALE

WOHIN? DOVE?
Azione scenico-musicale sulla ‘Elegia per gli impiccati di Bassano’
26 Settembre 1944 -26 Settembre 2008
Musica di Silvio Omizzolo – Versi di Neri Pozza (Eseguita in anteprima assoluta all’interno del III Festival ‘Musica per la Resistenza’ Silvio Omizzolo-Olivier Messiaen il giorno 26 Settembre 2008 presso l’Aula Magna dell’Istituto d’Arte di Nove)
Attori: J. Bertozzo, A. Condorelli, G. Bordin
Giovani allievi della Scuola di teatro ‘Arti della Rappresentazione’:
C. Bombardini, B. Skouris, A. Martinello.
Scenografia e coreografia a cura di G. Bordin, J. Bertozzo
Testi a cura di G. Bordin

Prima Parte: LE PAROLE DELLA NUOVA DEMOCRAZIA (1946).
Seconda Parte: PROLOGO E PREVEGGENZA DEL MALE.
Terza Parte: IL PROCESSO MAI AVVENUTO.
Quarta Parte: SULLA ELEGIA PER GLI IMPICCATI DI BASSANO.
Quinta Parte: EPILOGO.

Nel gruppo teatro-danza ARTI DELLA RAPPRESENTAZIONE, intorno al regista Giorgio Bordin si muovono, in misura diversa e complementare, le attrici Jolanda Bertozzo ed Anna Condorelli, da tempo legati in una esplorazione del linguaggio dei corpi, delle movenze vincolate alla natura problematica della donna e della sua relazione con il mondo, all’indole interrogativa ed inquietante degli uomini e del loro rapporto con la vita, con la donna, con la violenza, con la storia.  Egli, da Maestro della parola come espressione ed esposizione simbolica creativa, accoglie anche giovani che vogliono attraversare l’esperienza della recitazione, così i loro corpi, nel movimento tra musica ed immagini e simboli, si fanno transfert per idee che smuovono le coscienze, per contenuti che si impongono all’attenzione, per collegamenti immaginativi che rimangono impressi. Filosofo, scrittore di testi, anche legati alle tematiche dell’intercultura, come nell’opera ‘L’ELEFANTE E LA FANCIULLA’ (2000), ha presentato i suoi lavori in diversi ambienti specializzati come nel Kibbutz ‘Neve Shalom’ di Tel Aviv (Israele), con l’opera ‘ON A POND’, mentre varie sono state le formule per l’opera ‘SHOAH’, la cui ultima edizione, nel Gennaio 2008 ha visto approfondimenti inediti collegati al testo di Susan Anima Taubes ‘PAROLE PER GERUSALEMME’. Continua a coinvolgere, da oltre un decennio, gli studenti e studentesse della Scuola Superiore ‘B. Montagna’ di Vicenza nella pratica della esperienza teatrale, raccogliendo consensi e premi.
A cinquecento anni dalla nascita di Andrea Palladio, proprio in questo anno definito per Vicenza  ‘palladiano’ va ricordato in particolare il 1978: egli infatti, sotto la direzione del regista Joseph Losey conduce uno studio sui movimenti dei personaggi dell’Opera ‘DON GIOVANNI’ di W. A. Mozart, per le riprese del film omonimo, che vengono fatte all’interno del Teatro Olimpico di Vicenza, nella Basilica Palladiana, a Villa Valmarana, alla Rotonda, a Murano, in una fabbrica di vetro, al Redentore, a Venezia. Nel Giugno 2008 presso l’Università di Genova gli è stato conferito il Premio ‘MEMORIAL ALDO CAPASSO 2008, consegnato dalla vedova del Poeta, la scrittrice Florette Morand Capasso.
Musica per la Resistenza nel contesto di un lavoro in forma sperimentale che ad essa associa azione scenica tra danza e recitazione: questo è il risultato di un approfondimento serio su quanto è accaduto in Bassano il 26 Settembre 1944: il massacro dei 31 giovani impiccati lungo la Via dei Martiri,. Nel testo di Sonia Residori ‘Il massacro di Bassano’ i particolari di tutto quanto è accaduto in quel giorno, a partire dalle fonti storiche, è dettagliato con angosciata precisione.
La Prima Parte di ‘Wohin? Dove?’ riporta i percorsi della memoria più recente tracciati da Alcide De Gasperi nel 1946, nel ricostruire con i contributi del Comitato di Liberazione Nazionale i fatti e gli eventi di quelle tragiche giornate nel bassanese
La Seconda Parte lavora intorno al tema del Male, nel simbolo a spire del canapo-serpente: è il luogo della movenza del tempo nella danza di corpi violati ed esibiti come segno orribile del potere del vincitore.
La Terza Parte pone in primo piano ‘il processo’ il luogo che ogni Stato offre perché si ricerchi la verità facendo giustizia:  in questo contesto il ritrovamento del presunto responsabile del Massacro di Bassano, di cui siamo stati messi tutti a conoscenza nell’articolo apparso sull’Espresso del 24 Luglio 2008 a firma di Paolo Tessadri,  sembra l’evento-chiave che entra nella storia provenendo dal silenzio di 64 anni. Nel luogo virtuale della rappresentazione scenica il protagonista dichiara la sua presenza ed  in una ideale quanto irreale assunzione di responsabilità ofre la verità dei fatti ripercorrendo  freddamente quanto è accaduto quel 26 Settembre 1944.
La Quarta Parte è una coreografia della ‘ELEGIA PER GLI IMPICCATI DI BASSANO’ di S. Omizzolo su versi di Neri Pozza e rende espliciti i richiami alla tragedia greca suggeriti sia dal verso che dalla musica: i danzatori si identificano con le due sezioni di coro (contralti e baritoni) che evocano nella nenia dei versi ottonari di Neri Pozza una natura ammutolita ed oscurata. La coreografia dà forma  visiva alla partitura musicale poetico-corale, nella oggettivazione fisica, corporea del gesto attraverso la mediazione orchestrale nel ricordo dei fatti avvenuti.
La Quinta Parte riguarda il contesto tutto della sperimentazione teatrale ed attraversa questi  temi: la Resistenza, la Liberazione, la Memoria condivisa, la  Riconciliazione, l’eterno Dopoguerra italiano e gli Artisti in esso.
Come il gruppo marmoreo del Laocoonte, evocato dal canapo-serpente,  mostra lo strazio del padre, mentre muore con i suoi figli senza nulla poter fare per loro, perché con loro è avvolto tra le spire soffocanti del serpente, così la antica classicità della composizione di S. Omizzolo porta in primo piano la condizione umana, nello spasimo del simbolo che è parola oltre il tempo, territorio della misura del mito, nella sacralità di un rapporto sacrificale, indetto ed indotto dal male, il volto oscuro della volontà e dell’agire.Il regista G. Bordin traccia alcune linee del suo lavoro sperimentale: “…Il male, il serpente, non ha vita propria, è l’uomo stesso che impicca la propria umanità ad un albero che ne conserverà per sempre nel dolore la memoria ferita…La musica di S. Omizzolo, fatta di ritorni e di passi di intensità drammatica, che sfumano nella delicatezza di un flauto e nella distanza che misura un ricordo, sembra riguardare il luogo e il fatto nella pluralità e multitemporalità dei fatti e dei luoghi di analoghe tragedie…La pòlis nel corso del Novecento ha trasformato il corpo dell’avversario in un immenso campo di battaglia, i cui epigoni sono nel terrorismo di ieri e nel fondamentalismo di oggi: fermare questa deriva dell’umano, affermare una giustizia comune pur nella diversità di convincimenti e culture…”

Ilia Pedrina